valutzione: 9/10
«Viviamo in un posto
dove gli uccelli cantano un grazioso motivo
e c'è sempre tanta
musica nell'aria.»
(I segreti di Twin
Peaks)
In un luogo remoto, tra Adma ed Elham, nella valle di Siddin,
c’è un posto misterioso. Antichi racconti narrano di una lunga e violenta
guerra tra le due città e si crede che l’anima del re di Elham vaghi ancora
nella valle alla ricerca di vendetta. La lunga guerra tra la città di Adma e la
città di Elham, infatti, si concluse solo quando il re Chedor fu spinto in uno
dei tanti pozzi di bitume di cui la valle di Siddin era ricca. La regina Sibri,
moglie di Chedor, per la disperazione si lanciò da un dirupo. Da allora pare
che tutti gli ignari viandanti che abbiano la sfortuna di passare da questa
terra siano colpiti da una sorte funesta. C’è chi racconta di visioni mistiche,
c’è chi diventa cieco o sordo, c’è chi perde l’uso della parola; i più
fortunati dichiarano di essere precipitati in un perenne stato di struggimento.
A migliaia di anni di distanza, dunque, un gran fascino e alone di oscurità
avvolgono ancora la valle di Siddin.
Decisi di addentrarmi io stesso in questa impervia area e di
sperimentare sulla mia pelle tutte le sensazioni che un viaggio singolare
avrebbe potuto scatenare nella mia persona. In totale solitudine. Partii
lasciando ogni oggetto di peso e di valore, o meglio, ogni oggetto che nel
comune sentire sia definito di valore. Portai con me il minimo indispensabile.
Non salutai nessuno, semplicemente partii. Appena giunto a destinazione fui
colto da un grande senso di inconsistenza. Smisi di pensarmi singolo e
cominciai a sentirmi parte di un grande sistema, quello dell’altro oltre me
stesso. Alberi sghembi, pietre, foglie accartocciate. Tutti elementi di un
armonioso universo verticale. Nessuna spinta oltre l’adesso. Nessuna melodia
orizzontale. Solo il noi e ora. Sentii che questa sensazione di sospensione
profumava molto di eternità: me ne inebriai. A un certo punto, dalle siepi
arricciate e smosse dal debole vento vidi giungere una figura femminile. Aveva
le gambe sottili, quasi ridicole, un abito bianco grazioso. Sussurrava parole
fievoli e impercettibili in una lingua a me ignota.
«Sss…sib… Sibri!»
Un forte tremito percosse tutta la mia schiena. Caddi
riverso, come colpito da un fulmine. Persi i sensi.
Quando mi risvegliai ero sul mio letto, nella mia abitazione, con le solite cose di sempre. E avevo in mente un motivo jazz, eppure io detesto il jazz! Tuttavia in quel momento ero sereno, sentivo di aver toccato l’eternità con la sola forza di un sogno.
Quando mi risvegliai ero sul mio letto, nella mia abitazione, con le solite cose di sempre. E avevo in mente un motivo jazz, eppure io detesto il jazz! Tuttavia in quel momento ero sereno, sentivo di aver toccato l’eternità con la sola forza di un sogno.
Andrea Russo
Witxes – Sorcery/Geography
[Humanist Records, 08/05/2012]
tracklist
01. Unlocation
02. After the Horsefight
03. Thirteen Emeralds
04. Canyon Improbable
05. The Reason
06. Dead Reckoning
07. Misscience
08. Dunes of Steel
09. Somewhere
10. No Sorcerer of Mine
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