19/11/11

Azita + Vladislav Delay @ Santa Teresa dei Maschi, Bari 12/11/2011


– Perché Santa Teresa dei Maschi…?
– Shhh.
– No, sul serio, cos’ha Santa Teresa contro noi donne?

Le finestre della chiesa vibrarono potentemente, messe a dura prova dai bassi potenti. Orgasmicamente, B. era entrato in un vortice marino, la navata principale era ora di un profondo in cui faceva fatica a respirare e nel quale si muoveva sospinto dalle correnti. Strabuzzò gli occhi e si sforzò di tenerli aperti nonostante il buio gli intorpidisse le pupille.
Righe su righe. Quella maglia a strisce, prolungamento dell’orizzonte; le candele parallele e perfette sul lampadario al centro della volta; le poltroncine rosse allineate, morbide; i lembi del panno bianco perfettamente teso.
E su tutto questo, la bellezza del caos.
B. lasciò cadere la testa indietro e la poggiò sullo schienale imbottito. Le colonne della chiesa fluttuavano nella penombra nonostante la tela fosse inondata di sfumature luccicanti fra l’arancio e l’azzurro.
– Ehi, sembra d’essere nella copertina di Native Speaker, guarda! Non ti pare?
– Mh – annuì ma a dire il vero era stato più un gesto di resa che di consenso. La forza vorticosa che scaturiva dall’impianto di amplificazione gli stava inspiegabilmente mangiando le forze. Le palpebre cedettero: le chiuse, soggiogando definitivamente tutti gli altri sensi all’udito.
Il caos ronzante fece vibrare l’aria ancora a lungo fino a tenerla sospesa e immobile per un attimo.
Poi, un silenzio assordante. 

La mente di B. cominciò a rielaborare melodie, i martelletti continuavano a colpire le corde di un pianoforte a coda, una voce femminile, dolce e rabbiosa, raccoglieva le ossa di un Settembre nato per amore.
Nonostante gli occhi chiusi, vide delinearsi parole in caratteri pallidi come proiettate nell’interno delle palpebre:
the principal input
of human brain
is pictures,
principal output
is
words
love.

Annachiara Casimo


Il sito del Time Zones Festival






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