valutazione: 9/10
C’erano una volta le favole, raccontate a mezza voce al chiaro di lume, prima di andare a letto. Le voci ovattate dei “grandi”, i principi azzurri e le principesse, i cavalieri, le illusioni, i fai piano, si è appena addormentata, i peluche e i cuscini, morbidi palcoscenici di piccoli romanzi onirici.
Poi un giorno, magicamente, le illusioni svaniscono risucchiate dalla realtà, il mondo dei grandi diventa sempre meno distante, sempre più tangibile, con le sue mille contraddizioni ed i suoi infiniti conflitti. È allora che il principe azzurro sveste la palandrana turchina (finalmente!) e acquisisce un nuovo nome, un nome meraviglioso: Hermann.
Hermann è la personificazione della quotidianità, è l’essere umano comune, che fa di debolezza forza, di noia intuizione. Hermann è insieme la Donna e l’Uomo, connubio indissolubile sancito dalla maternità (non servono grossi studi filologici per cogliere la doppia radice anglofona nel nome Her-mann).
In un’epoca in cui, il più delle volte, manca la pazienza di dedicarsi alla letteratura, Hermann è l’eroe intramontabile di un’epopea che, invece di correre veloce sulle pagine di un poema, vive nelle trame musicali di un disco. La sua esistenza nasce da un fantomaticomanoscritto dello scienziato Fulgenzio Innocenti, ritrovato a Lucignano da una bimba; a dargli voce Paolo Benvegnù, anzi i Paolo Benvegnù. Sì, perché questo è senz’ombra di dubbio un album collettivo, l’album del passaggio dal “domestico”, dall’introspezione, alla coralità e alla comunità: lo è nei temi affrontati nei tredici brani che lo compongono così come nell’approccio ai brani stessi (l’ex leader degli Scisma cede addirittura il microfono al batterista Andrea Franchi nel pezzo di chiusura L’invasore).
Hermann è, dunque, l’espressione di una maturità: traccia dopo traccia, lo sguardo sulla realtà muta, si fa via via meno disperato, si rasserena attraverso il recupero della spontaneità infantile, dell’amore primordiale. Hermann diventa più bello che mai, così com’è immortalato nella foto di copertina: il cappuccio d’un saio sui capelli color argento, si copre gl’occhi con le mani e si riempie i polmoni d’aria di bosco.
Annachiara Casimo
Paolo Benvegnù – Hermann
[La pioggia dischi - 2011]
Tracce
01. Il pianeta perfetto
02. Moses
02. Moses
03. Love is talking
04. Avanzate, ascoltate
05. Io ho visto
06. Andromeda Maria
07. Achab in New York
08. Sartre Monstre
09. Good morning, Mr. Monroe!
10. Date fuoco
11. Johnnie and Jane
12. Il mare è bellissimo
13. L’invasore
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