07/07/11

Boris – Attention Please (2011)

valutazione: 8/10

I giapponesi, si sa, quando cominciano a sperimentare in musica non li ferma più nessuno. Ne sono esempio lampante i Boris che passano agli annali come la band più camaleontica di tutti i tempi. A differenza dei simpatici camaleonti, però, i nostri non si adattano a sopravvivere né vogliono nascondersi. Semplicemente sono abili nel far girare la testa degli ignari ascoltatori che, magari affezionati a un lavoro con certe sonorità, si ritrovano nelle mani un album totalmente differente dalle aspettative. Ci si prende un po’ in giro, insomma. Si suona per se stessi, mica per vendere più copie.

È il caso di dire che Attention Please, ci mette tutti in guardia già dal titolo. Per la prima volta nella carriera di questa band fenomenale, tutte le parti vocali sono affidate alla poliedricità di Wata che pone sul piatto tutte le sue abilità canore riuscendo efficacemente a variare registro di canzone in canzone, mettendo in luce la sua personalità a tratti melodica a tratti psichedelica e un po’ heavy.
In Attention Please, prima traccia dell’omonimo album, sembra di ascoltare una canzone cantata da una lisergica Kazu Makino in preda a tachicardie. In Hope e Party Boy si alza un potente wall of sound con un tocco melodico che ci predispone all’ascolto del trittico See you Next Week, Tokyo Wonder Land e You, a metà strada tra i migliori Low e i Sonic Youth strumentali, non mancando di far emergere un tocco spirituale dal sapore tutto orientale (secondo Merzbow la musica è veicolo per raggiungere l’estasi). Decisamente più “sporca” e movimentata è l’ultima parte dell’album ma la chiusa del disco è ancora affidata a una canzone eterea e sognante, colma di feedback non nevrotici bensì portatori di una carica emozionale che sfiora il parossismo.

Prerogativa dei grandi album è la voglia, da parte dell’ascoltatore, di premere nuovamente play alla fine del disco. Infatti si resta col dubbio di essersi persi qualcosa durante il primo ascolto, di non aver percepito fino in fondo tutte le peculiarità delle canzoni. Si resta un po’ sbalorditi dalle innumerevoli capacità artistiche di questa band che, in un anno, ha pubblicato la bellezza di tre album senza contare la collaborazione con Merzbow, il guru delle sperimentazioni sonore.

Andrea Russo



Boris – Attention Please
[Sargent House, 24/05/2011]

tracklist
01. Attention Please
02. Hope
03. Party Boy
04. See You Next Week
05. Tokyo Wonder Land
06. You
07. Aileron
08. Les Paul Custom ‘86
09. Spoon
10. Hand in Hand

3 commenti:

  1. Link download mediafire
    http://www.mediafire.com/?api6jyb489r9ru2

    RispondiElimina
  2. Che gruppo della madonna! Per alcuni sembrerà una bestemmia, ma questi sono per me i Pink Floyd del terzo millennio. Sperimentazione ardita e qualità eccelsa, non c'è un solo album che sia uguale al precedente, e molti di loro sono tra i più bei dischi degli ultimi 20 anni. Ce n'è per tutti, nella loro immensa discografia, dalle bordate Sludge/Doom del pesantissimo "Amplifier Worship" al capolavoro acquatico ai confini con il Post Rock di "Flood", fino a quella botta d'adrenalina Garage/Noise/Rock n'Roll di "Pink"...che ve lo dico a fare, alla faccia di chi crede che la musica di qualità sia morta negli anni '70. Stefano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Completamente d'accordo, Stefano. Non è affatto una bestemmia.

      Elimina