08/10/11

Evangelista – In Animal Tongue (2011)

valutazione: 8,5/10

Le nuvole rosseggiavano in cielo, e la figura sghemba e minuta di una giovane donna in bicicletta faceva capolino tra le tende dell’ampio soggiorno di casa Wellington.
La signora Anne leggeva comodamente la lettera che il figlio le aveva mandato ormai tanto tempo fa. La rileggeva sempre, soffermandosi su ogni dettaglio della calligrafia; le parole, che denotavano un carattere avventuroso e ribelle, si confondevano a causa delle lacrime che di tanto in tanto si formavano tra le palpebre serrate della donna, esaurendosi in stille salate sulla carta o sulla gonna scura.
La signora e il signor Wellington non avevano avuto più notizie del figlio e la Legge aveva ormai archiviato il caso del giovane Rick, dichiarandolo ufficialmente deceduto.

Margaret pedalava a denti stretti lungo il viale semisterrato non riuscendo tuttavia a non pensare alle numerose formali chiamate di lavoro che aveva ricevuto in giornata e alla sua scrivania, stracolma di carte. A un certo punto, l’eccessiva foga e la disattenzione fecero rotolare a terra la povera Margaret che si vide costretta a chiedere aiuto. Era caduta vicino l’accesso di una vecchia abitazione che avrebbe scommesso fosse disabitata. Il cancello corroso dalla ruggine, i fiori e l’erba del vialetto interno ridotti in poltiglia dalla pioggia e dal vento. Margaret si avvicinò e scorse, con sua grande sorpresa, una figura vicino il portico di quella grande abitazione. Al suo fianco un cane ululava mestamente la sua litania pomeridiana.
“Signore, mi scusi,” esordì la giovane Margaret, “sono caduta dalla bicicletta. Potrebbe farmi entrare, gentilmente? Giusto il tempo di tamponare i graffi e ripulirmi le mani.”
Il signor Wellington fece un gesto di approvazione e così Margaret aprì il cancello dirigendosi verso quell’uomo.
Vista da vicino, quella vecchia casa le sembrava ancora più imponente ma al tempo stesso notò che la pioggia e l’incuria avevano disegnato ora delle croci nere ora delle enormi vene che parevano dei serpenti sotto il tetto e lungo il canale di scolo.
“Entrate pure,” disse con eccessiva gentilezza l’uomo che era vestito in maniera molto elegante, con dei pantaloni finissimi e una camicia bianca come la neve; tuttavia Margaret non mancò di notare il volto particolarmente pallido dell’uomo e il suo sguardo perso nel vuoto, fluttuante come una rondine ubriaca. Margaret entrò in casa.
“Buonasera, signora.”
“…”
“Mi chiamo Margaret, avrei bisogno di un po’ d’acqua per…”
“Margaret, sei tu. La fidanzata di Rick!”
“No, sign…”
“Accomodati, mia cara Margaret. Come sei bella… ma cosa sono questi vestiti che hai addosso?”
Margaret, capìta la situazione, assecondò la signora Wellington e si accomodò sul pregiato divano in stile ottocentesco. A dire il vero, gli interni di questa casa erano molto curati; il soggiorno era arredato in maniera classica, il tavolo in legno pregiato con una finissima tovaglia bianca impreziosita da eleganti ricami fatti a mano. Anche il modo di vestire della signora Wellington era particolarmente ricercato seppur semplice nella sua eleganza, mentre i capelli erano raccolti in stile biedermeier risultando quasi artificiosi.
“Avrei bisogno solo d’un po’ d’acqua, signora... ah! Complimenti davvero per la casa.”
“Ma certo, Margaret… Ecco. Oh, ma guarda che brutto graffio.”
“…”
“Ora non dovrebbe più sanguinare.”
“Grazie, signora. Molto gentile. Ora però dovrei andare. Si sta facendo buio, ringrazi anche suo marito per l’ospitalità.”
“Aspetta Margaret… Tieni. Ho sempre voluto darti questa lettera. Sono le ultime notizie che abbiamo ricevuto dal nostro povero Richard. Io ormai la conosco a memoria; ogni virgola, ogni lettera. E ogni volta che la rileggo i battiti del mio cuore sembrano quelli di una campana infuocata: ogni rintocco mi brucia l’anima.”
La signora Wellington porse la lettera a Margaret e istintivamente strinse le sue mani. Le dita dell’una, secche come il cuoio, entro quelle minute dell’altra, sembravano quasi scomparire. E per un attimo Margaret si sentì sola dentro una casa completamente vuota; il suo animo rabbrividì.
“Signora, che mani fredde che ha.”

Tornata alla propria abitazione, Margaret cenò col suo compagno. La televisione faceva da sottofondo inutile. Poi fecero l’amore e prima di addormentarsi, spento il telefono cellulare, aprì la lettera che quella cupa signora le aveva donato, cominciando a leggere sottovoce.

«Cari genitori,
qui i giorni passano in maniera frenetica e il posto ci sta davvero entusiasmando. Sono lieto di annunciarvi che finalmente potremo spostarci dalla parte ovest del Paese alla parte est, dove finalmente potremo esplorare ciò che ancora non è stato esplorato. Il tempo è davvero rigido, tuttavia l’amicizia che mi lega ai miei compagni vanifica tutti i cattivi pensieri anche se il calore di casa mi manca tremendamente! Mi mancate voi, gli amici e soprattutto mi manca la dolce Margaret.
Il tempo è davvero tiranno e mi vogliate scusare se scrivo in maniera didascalica ma, come già detto, c’è molta frenesia e i ritagli di tempo libero sono davvero limitati, dunque devo già concludere questa lettera che spero arrivi presto a casa.

Petrozadovsk, lì 1 dicembre 1843
                       
                                                                                    Richard Wellington»

Andrea Russo



Evangelista – In Animal Tongue
[Constellation, 20/09/2011]

tracklist
01. Artificial Lamb
02. In Animal Tongue
03. Black Jesus
04. Bells Ring Fire
05. Hands Of Leather
06. Tunnel To The Stars
07. Die Alone
08. Enter The Prince
09. Hatching

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